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Test Ducati Diavel my 2011

Prova di Stefano Passera.

MOTO: Ducati Diavel fornita dalla concessionaria Tecnomoto di Cagliari.

La Ducati anche questa volta ha azzeccato il nome della sua nuova creatura, un vero "DIAVOLO" della strada. Una nuova moto fuori da ogni schema, una linea particolare in città, come dice la pubblicità "cattura tutti gli sguardi".

Anche in veste completamente originale ha il tipico sound che mamma Ducati ci ha abituati a sentire anche migliore di altri modelli in produzione. Da subito si nota che ha la sella comodissima (che fà soprattutto felice il passeggero) e molto bassa, adatta anche a chi non è molto alto, la sua linea muscolosa la fa apparire impacciata e pesante ma è tutt’altro i suoi 200 kg non si sentono per niente anche nelle manovre a motore spento. Ottima la soluzione estetica e funzionale delle pedane passeggero e suggestivo il quadro strumenti.

Proprio la strumentazione è completamente digitale a colori divisa in due parti; la prima sul manubrio con gli indicatori classici (contagiri conta km etc etc) e l’altra sul serbatoio per gestire le impostazioni della centralina e la strumentazione di servizio (conta marce, consumi medio e istantaneo etc etc) che comunque con un casco integrale rimane un pò nascosta e bisogna distogliere un pò lo sguardo dalla strada per controllare i dati.

Nel traffico cittadino e con la mappatura della centralina in assetto "urban" dà un’erogazione leggera e senza strappi, eroga dolcemente i suoi primi 100 cavalli a disposizione si muove veloce nel traffico pur avendo una maxigomma posteriore da 205.

Con il riding mode impostato in "tourig" vengono erogati 162 cavalli e la differenza è notevole ma pur mantenendo l’erogazione relativamente moderata, aprendo il gas sale velocissima per il piacere del pilota. L’ultimo riding mode è quello "sport" e qui esce fuori il diavolaccio che ha dentro, 162 cavalli belli muscolosi, forse anche troppi per questo genere di moto che sale violenta e l’aria in quella posizione di guida spinge davvero tanto.

Ottima la frenata, da vera sportiva, precisa e ben modulabile in tutte le condizioni. Le sospensioni erano leggermente cedevoli, da regolare per un uso più sportiveggiante. La guida è sempre stata divertente e rilassante, anche se c'è stata qualche punta di sportivo ogni tanto. Inevitabile la grattata di pedane se solo si prova a usare leggermente di più ma è anche vero che la moto ha molto molto margine in curva. Insomma, si guida proprio bene.

L'estetica resta per lo più una questione puramente personale e se inizialmente può non piacere, dopo un pò ci si ricrede e ci si abitua a un design "americaneggiante" mixato al nostro Italian Style.
Scarsissima la protezione aerodinamica (non c'è) e pertanto è suggerito l'acquisto di un cupolino che è inserito nella lista accessori.

L’avrei voluta guidare tutto il giorno, è la moto perfetta per lunghe gite anche con il passeggero, spero un giorno di riprovarla.

Stefano Passera

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